R Recensione

7/10

Saluti da Saturno

Parlare con Anna

 Dietro il progetto Saluti da Saturno in realtà si cela Mirco Mariani, un musicista, autore e compositore già conosciuto, se non altro per il suo rapporto artistico con Vinicio Capossela, oltre che per le sue svariate collaborazioni nel rock (Mazapegul) e nel jazz (Enrico Rava, Stefano Bollani). In questo progetto, gioca in prima persona, componendo testi e musiche di tutti i brani, ma facendosi accompagnare da una nutrita schiera di artisti geniali e strumenti particolari.

Tra tutti spicca Vinicio Capossela, che dona la sua voce e il suo tocco in tre brani. Letami, un brano veloce, in cui canta quasi sussurrando, su una ritmica sostenuta, accompagnato da strumenti rari e d'atmosfera, come l'ondes martenot, suonato da Nadia Ratsimandresy (l'artista sarà presente nel prossimo disco di Capossela, di cui i due hanno dato un assaggio in anteprima durante l'ultimo Club Tenco).

Casa vede ancora Capossela alla voce dare il tocco vincente ad un brano dal ritmo veloce e con un'ottima melodia, costruita qui con strumenti quali l'optigan, mellotron e omnichord, tutti suonati da Mirco Mariani. L'ultimo brano in cui si cimenta Capossela, Luce, è aperto dal piano, e accompagnato solo dall'ondes martenot. Musica che accarezza l'anima, e Vinicio che canta quasi sottovoce un testo davvero riuscito.

Ma anche gli altri titoli non sono da meno, come Un fiore che riposa, cantata da Roberto Greggi (allal voce in tutti gli altri brani), dove con poche frasi, pennellate di parole, e musica scarna ma sufficiente a riempire gli spazi, si crea un ottimo esempio di minimalismo emozionale. Così come accade nel lento Discese tulipano, intro di chitarra acustica e ingresso discreto degli altri strumenti (cordovox, solina, farfisa syntorchestra) a sottolineare un altro ottimo testo.

Riverenza è un brano quasi ipnotico, con la musica che gira su una base ripetuta e un testo scarno, quasi minimalista, intimo. Come intimo e intimista è pure Come foglie, un lento dall'atmosfera intensa e suoni particolari (ancora Mariani all'opera con celesta, mellotron, vibraphonette, e la Ratsimandresy con le sue ondes martinot).

C'è spazio anche per due brani quasi pop, come il brano che da' il titolo al disco, Parlare con Anna, una canzone dall'apparenza quasi “normale”, anche se non mancano i soliti strumenti devianti (cordovox, oberheim) con un ritornalle orecchiabile e vincente, e Di profumo e pietre scure, contrappuntato dalla lap steel guitar, e con una bella apertura nel finale per la ripetizione del ritornello.

Il disco si chiude con Le tue mani, l'unico brano acustico, solo chitarra e voce, in cui Mirco Mariani, autore di tutti i testi e le musica, si mette in gioco finalmente anche come cantante, dimostrando ottime doti anche in questo campo. Un disco intenso, dai testi mai didascalici, originali, cosi come originali sono gli strumenti usati e i musicisti coinvolti nel progetto. Sempre più si intuisce che il genio di Vinicio Capossela sta anche nel sapersi circondare di artisti unici e dotati come Mirco Mariani, molto più che semplici comprimari.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 2 voti.
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