Adam McBride-Smith

Good and Gone

Dall’Oklahoma a New York a Parigi di strada ce n’è. Adam Mc-Bride Smith l’ha fatta tutta e in questo suo debutto ce ne fa respirare la polvere. Si viaggia nei territori country-folk più classicamente a stelle e strisce, con divagazioni blues frequenti e stazionamenti nell’americana delle roots profonde. Non a caso collaborano e producono Paul Defiglia e Malachi DeLorenzo, i quali, pur avendo evidentemente l’Italia nel sangue, militano in band della quintessenza USA (Langhorne Slim, War Eagles) e qui lasciano più di un segno.

Il disco scorre piacevole, alternando (classicamente) pezzi vorticosi che si inerpicano in arrangiamenti trascinanti e ballate dal ghigno malinconico. Si segnalano “Have You Changed Your Ways” per la prima categoria (violino, una batteria potente, arpeggi blues) e la struggente “Sad Mona” per la seconda, in cui il violoncello e la melodia vocale (uh! di quelle belle per davvero) disegnano linee sinuose che restano (e che ben accompagna il testo: «Some say che cries for a lost love, some say she dresses all in reds, some say she walks along the beach at night through the beer bottles and the plastic bags»).

Sorprese, va detto, non ce ne sono. Mister McBride-Smith segue il protocollo del genere: apre con una breve intro strumentale (“Single Room”), chiude con la cavalcata roots-rock più turbinante (“You’ve Got Your Hands On Everybody’s Business”), cita Johnny Cash, indossa il cappello da cowboy, usa i fiati per rilanciare i finali (“Tetherball”) o per ispessire di romanticismo jazzy alcuni pezzi (“Into The Night”), si lascia nudo con la chitarra per doverosi momenti di intimismo (“I Want To Leave You”) o anche per dare poeticità a semi-ballate da telefilm (“Keep On Walking”). Ma l’intero rituale è eseguito con passione e sapienza, che è ciò che conta. Su tutto, una voce sicura e perfetta per il genere.

Sicché il ragazzo, in questi giorni nel Belpaese, di strada ne farà ancora.