Fela Ransome-Kuti and his Africa '70
Roforofo Fight: Music of Fela
Dopo Shakara ogni nostro pezzo era una hit! Nel '73 facemmo un tour nel Camerun, stavamo mettendo a segno un colpo dopo l'altro, se non fosse che, di colpi, cominciammo a incassarne! E duramente, cazzo! - (Jimo Kombi Brahima)
Nei 4 anni compresi tra il 1970 e il 1974 Fela Kuti ha realizzato quello che un artista normale realizza in una carriera intera. Ha ottenuto successo, ha suonato ovunque, ha strappato il contratto con la EMI e cominciato a produrre i suoi dischi, ha scritto e pubblicato decine di brani, ha costruito inconsapevolmente un personaggio che rimarrà nell'immaginario dei popoli dell'Africa per sempre. Ha anche iniziato a dare fastidio, le sue parole stanno facendo il giro del continente, a Lagos i suoi discorsi politici sono seguitissimi, le sue iniziative occupano le pagine dei giornali. La sua musica è diventata una lotta aperta al potere, il suo humor ha cominciato a infastidire i suoi bersagli. Dopo Shakara, nel 1972 Fela pubblica un disco mastodontico, un pugno in faccia che parla esplicitamente di lotta: la Roforofo Fight, la lotta denigrante. I brani hanno ormai una durata media compresa tra i dieci e i quindici minuti e seguono la struttura nata nelle jam session dello Shrine: introduzione lenta e infinita, basata su chitarre ritmiche circolari alla James Brown, poi le percussioni e gli altri strumenti si aggiungono gradualmente fino all'esplosione dei fiati, poi il tema ricomincia e lascia spazio ai soli di Fela, Tunde Williams e Igo Chico, poi inizia la parte cantata in tono minore, spesso con il ricorso ad una sorta di scat mormorato a cui fa seguito il contato vero e proprio, contrappuntato dalle risposte e dalle ripetizioni del coro femminile e dell'orchestra. Raggiunto il climax, spesso tutto si risolve in un finale dimesso, con gli strumenti che lasciano lo spazio all'organo o al piano elettrico.
Roforofo Fight è ancora un up-tempo irresistibile, che inizia alla velocità della luce con il suono delle pecussioni e la voce di Fela che introduce il brano prima in Yoruba e poi in pidgin english (e lo dice anche: Translation to original english), poi entrano le chitarre che girano come eliche impazzite fino all'arrivo dei fiati. Il tema dei fiati di Roforofo Fight è forse il più incisivo della discografia di Fula Kuti, il più incalzante e fantasioso, con i solisti che si rincorrono e in mezzo al caos anticipano la melodia che assumerà la parte cantata. Tutto questo dura sette minuti e mezzo. Poi Fela si impadronisce del microfono, scalda la voce per un minuto buono seguendo i colpi di rullante di Tony Allen che sta facendo il lavoro di quattro batteristi o forse cinque e inizia: Get away / Fuck off/ Who are you?/Go and die/Fuck away/Get away/Who are you?/Go and shit/You dey craze/I no craze/Fuck away/Who are you, yeah?. Roforofo Fight non concede tregua, e Fela sembra divertirsi a far duettare l'organo con la voce, a giocare con i suoi due strumenti che ripetono il tema, improvvisano e sostanzialmente jazzano in un modo completamente nuovo. L'altro capolavoro di Roforofo Fight è Trouble Sleep Yanga Wake Am, forse uno dei brani più belli della discografia di Fela Kuti. Il ritmo è lento, morbido, incredibilmente rilassato se paragonato alla media delle altre composizioni. La melodia è protagonista di un incedere solenne, intorpidito dalle nuvole di fumo presenti allo Shrine. Ma Fela è lucidissimo nel suggerire le sue ironiche minacce verso chi va in cerca di problemi: Quando il gatto dorme / il topo va a mordergli la coda / svegliandolo andrà incontro / a dei problemi / Il mio amico è appena uscito di prigione / e mentre va in giro in cerca di un lavoro / si da da fare giorno e notte / viene fermato da un poliziotto / che gi dice / Hey tu, sei in arresto per vagabondaggio / È inevitabile che per quel poliziotto arrivino i guai
Quello di Roforofo Fight è un Fela Kuti ancora libero di azzardare, con la musica e con le parole. Go Slow ironizza sul traffico di Lagos, paragonando la frustrazione degli ingorghi stradali a quella dei detenuti. Gioca con le parole, Fela (Impossible/ImpossibilityImpossibilityism/ImpossibilityismalogyImpossibilityismalogicalization), ma soprattutto gioca con gli arrangiamenti per diciassette minuti e mezzo. Fela Kuti non è più solo un musicista, è un leader a capo di un gruppo strepitoso composto dai migliori musicisti che abbiano mai suonato in Nigeria. Ed è un leader che parla alla gente e alle loro coscienze. Che stimola il pensiero e la conoscenza. E questo, ai dittatori, non piace.
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