Deftones
Deftones
Il vero intento di questo nuovo disco dei Deftones non si ferma soltanto alla parte sonora, chiudendo gli occhi si riescono a tracciare le linee delle immagini e delle emozioni contenute negli 11 tasselli di questo mosaico. Non è sicuramente un disco facile da comprendere o facilmente orecchiabile come potevano essere i primi lavori, questo self-titled arrivato dopo 8 anni di musica sta a significare la loro imponente presenza e spessore artistico nell'ambito musicale e non sono nu-metal.
Naturale evoluzione di White Pony, riesce a trovare un equilibrio quasi geometrico tra melodia e rabbia in una fusione disarmante e che soltanto Chino saprebbe interpretare.
Mentre scorrono i 47 minuti nel lettore ci si rende conto proprio di tutto questo, già l'esplosione dell'opener Hexagram già riesce a farti comprendere il reale livello del loro crossover, ritmi sincopati che esplodono in urla strazianti il tutto legato da intramezzi melodici. In Needles and Pins dove la chitarra ribassata dialoga incessantemente con la voce con un tema ripetuto che ricorda i vecchi lavori per tutta la durata della canzone. Si giunge così al singolo di punta, probabilmente già strasentito, ma che ha come caratteristica di essere una delle prove maggiormente riuscite della band : un'introduzione orientaleggiante che sfocia in una sezione ritmica compatta e potente, ma melodica e dolce al tempo stesso. Alla 4° traccia sembra di ascoltare un pezzo di rock anni 80, mescolato alle atmosfere cupe tipiche dei 5 americani. Ma questa sembra essere soltanto un interludio per sfociare nella dirompente (ed indubbiamente annoverabile tra i capolavori) Deathblow : un giro di basso quasi sonnecchiante accompagnato dalla simil-ninna nanna di Chino fanno da collante ad un chorus impetuoso e straziante.
"Quando le ragazze telefonano ai ragazzi, ti fanno soltanto che incazzare" è questo quel che vogliono far intendere in When girls telephone boys? E' comunque un ritorno alla rabbia più pura e grezza di Adrenaline. Un dominio vocale che continua nell'alternanza di alti e bassi anche in Battle-Axe. D'un tratto ci si trova davanti ad un buco di sonorità, qui c'è qualcosa che non va...un pezzo industrial? E' Lucky You, già sentita nella colonna sonora di Matrix 2, è indubbiamente la traccia sperimentale per eccellenza...via i riff potenti, via le urla, spazio agli scretch e sintetizzatori e Chino può riposare la voce in questa melodia coinvolgente.
Era proprio un buco, perchè con Bloody Cape si torna ai suoni cruenti e alla batteria tagliente che ricorda i pezzi di Around the fur, sembra quasi vogliano dire:"prima della fine dell'album vogliamo farvi capire che siamo ancora noi, incazzati". Infatti immediatamente dopo con Anniversary of an uninteresting event ci troviamo davanti ad una ballata che ricorda i Depeche Mode. Bellissima e commovente.
Quest'aria di atmosfera si conclude con Moana, ultimo pezzo. Intro semplice, ma emozionante si apre in uno dei pezzi più coinvolgenti. Un congedo d'autore, come era stato in White Pony.
Le ultime note sfrigolanti sembrano salutarti e rimani un po' stordito da ciò che hai appena ascoltato. Una grande prova di maturità, quasi inaspettata a causa di questo filone nu-metal copiaticcio che sembra provenire da un unico contenitore. Grazie a quest'album pretenzioso i Deftones hanno già un posto prenotato nella storia.
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