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R Recensione

6,5/10

iVENUS

Dasvidanija

La giovane band savonese torna sul mercato con il secondo disco, e lo fa a viso aperto, dichiarando da subito di cosa si tratta: pop. Questo è appunto il titolo del brano di apertura del lavoro, POP - Persistent Organic Pollutant, e questo ci dicono le prime note del brano e le prime parole. Un chiaro esempio di come scrivere una perfetta pop song, dotata della giusta leggerezza, ma con un testo pe(n)sante in cui si parla di supergiovani annoiati candidati all’obitorio, e riff di tastiere e chitarra che portano alla mente alcune cose dei Baustelle.

Il mondo indagato dalla band è quello dei giovani e della vita di provincia, descritta attraverso un uso intelligente della lingua italiana, con giochi di parole originali. Se in The great capitombolo (ospite Michele Bitossi dei Numero 6) si descrivono tutti nella stessa Panda, aspettando l’Alfa che ci investa, in Grazielle spuntano tazze di amarezza e caffè corretti solitudine. Un brano tirato, pop, con tastiere e chitarra a guidare ed un testo splendido per significato e per costruzione, in cui si prendono anche il lusso di citare Ezio Vendrame.

Si indaga l’adolescenza, e le sue speranze tradite dalla maturità. Quasi epico in questo senso il racconto di Mangianastri, in cui si descrive la figura di un giovane degli anni ottanta e la vita di provincia, tra Diaframma, Dylan Dog e rivolte sognate in sella ad un motorino. Le attese dell’adolescenza (allora fiutavo un futuro decente) e la delusione della quotidianità da adulti, con i sogni di gloria che si rimpiccioliscono fino a scomparire.

Una musica, quella de iVenus, dal piglio elettro pop che flirta spesso con l’irruenza del punk (esemplare in questo è Settembre), con le tastiere che giocano sempre un ruolo di primo piano in linee melodiche che inevitabilmente ti sembra di aver già sentito mille volte (in Ventricoli sembra quasi di sentire dei Nirvana più pop), eppure al contempo suonano originali, così come lo sono i testi. Non è facile parlare d’amore in una canzone, come iVenus fanno in Ventricoli, descrizione di un rapporto che finisce, dove l’amore è un tir in contromano. Una visione acida dell’amore, che sfocia nell’unico lento del disco, Dasvidanija, in cui l’amore diventa vendetta (ho una gran voglia di vederti, vederti star peggio di me).

Con questi nove brani iVenus ci propongono delle brevi istantanee di vita adolescenziale di provincia (loro si definiscono pischelli), i cui protagonisti sono personaggi che abbiamo conosciuto tutti, e dietro i quali spesso si nascondono gli stessi autori. Lo sfondo musicale scelto per questi racconti brevi è un power pop elettronico convincente, a base di tastiere e schitarrate rock indubbiamente debitrici ai suoni degli anni ottanta. Anni che all’epoca abbiamo odiato tanto. Vuoi vedere che ora tocca farceli piacere?

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