A Offlaga Disco Pax - Report Live

Offlaga Disco Pax - Report Live

22-11-2008 – Circolo degli Artisti - Roma

Che l’Italia sia in un momento di crisi ideologico-politica si sa, non c’è bisogno di fare polemiche. Ma il riscontro di questa empasse che il nostro paese si trascina da ormai qualche anno non può lasciare indifferente il mondo della musica.

Gli ideali che si scontrano con la realtà sono il terreno fertile da cui germoglia l’ispirazione degli Offlaga Disco Pax, gruppo emiliano in tournée per il secondo album, ‘bachelite’, uscito a tre anni di distanza dal debutto con ‘socialismo tascabile’.

Il progetto nasce dall’idea di unirsi e di musicare i racconti di Max Collini, voce della band, attraverso le basi elettroniche, la chitarra di Daniele Carretti ed il basso di Enrico Fontanelli.

Queste storie sono dichiaratamente schierate, colorate di rosso, e nell’ultimo lavoro, senza abbandonare questa linea, si dà più spazio a testi personali e autobiografici.

Il mix di testo parlato su base elettronica fa pensare alla nascita di un nuovo genere, definibile in maniera approssimativa ma pregnante “elettro-narrativa a sfondo politico”.

Sono visibili punti di contatto con i CCCP , anch’essi emiliani, e i Massimo Volume, per i testi parlati.

Lo scorso 22 novembre gli Offlaga Disco Pax si esibiscono al Circolo degli artisti di Roma accompagnati dai Ginko Narayana, trio d’archi (violino, viola e violoncello) composto da Silvia Tarozzi, Deborah Walzer e Frantz Loriot.

Lo sguardo spaesato e interdetto di Max lascia intravedere una sorta di incertezza nell’affrontare il suo rapporto dialettico col palco, come se non si fosse ancora abituato alla sua veste di leader e alle luci dei riflettori. Sistema il leggio e gli archi suonano la sigla dell’eurovisione, introducendo l’esibizione di ‘ventrale’, primo pezzo della serata, tributo all’atleta sovietico Vladimir Yashchenko.

A seguito ci sono tutti i pezzi dell’ultimo album. Si passa dalla toccante storia di un’esperienza sessuale giovanile immersa nel contesto disagiato dei “tossici del campetto” (‘cioccolato I.A.C.P.’), ad una nuova definizione sociale e politica della parola ‘sensibile’ che si distacca dalla crudeltà del terrorismo nero (‘sensibile’); dal passato che rincorre i rapporti contrariati fra padre e figlio (‘venti minuti’), alla lotta per l’emancipazione di un gambero nel Lago di Pilato (‘fermo!’). La ribellione di questo piccolo animale ci riporta alla critica di Gramsci contro l’egemonia culturale nei ‘quaderni del carcere’ o a quella dei filosofi Horkheimer e Adorno contro la ragione scientifica che schiaccia la natura nella ‘dialettica dell’illuminismo’.

I pezzi di ‘Bachelite’ talvolta vengono intervallati dalle canzoni più popolari del primo disco: ‘cinnamon’, elogio alle minoranze “gastronomiche” (col pubblico intento ad afferrare la pioggia di gomme alla cannella gettate dal palco); ‘tratranky’, il wafer che rappresenta la sconfitta della memoria storica subita a causa del capitalismo; ‘khmer rossa’ che parla del fuoco passionale delle accese ideologie giovanili. Infine, a grande richiesta del pubblico dopo la prima uscita della band, ‘Robespierre’ in versione rallentata, manifesto storico-culturale dell’Italia contemporanea vista con gli occhi di un bambino.

Così si chiude un concerto decisamente bello ma che richiede una certa attenzione da parte di un pubblico spesso poco rispettoso.

La presenza degli archi e la profondità dei testi sembrano appesantire questa performance rispetto al tour passato, ma la qualità espressa da questo gruppo non è comune.

Noi continuiamo ad ascoltarli e a sperare in un’ Italia non più fatta di “piazze piene e urne vuote”.

C Commenti

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Mr. Wave alle 17:23 del 27 novembre 2008 ha scritto:

Interessantissimo e avvincente articolo su uno dei gruppi di maggior talento che l'amabile Italia, possa vantare grazie e brillanti album come ''Socialismo Tascabile'' e '' Bachelite''. Complimenti Claudia