Sally Shapiro
Disco Romance
Tanto lo sapevate che non si usciva vivi dagli anni ’80: pensavate che ci fosse un limite alle spinte revivalistiche di questo decennio elettronico giano bifronte con una testa protesa in avanti e l’altra perennemente rivolta all’indietro ? Credevate che l’electroclash e electro punk-funk avrebbero esaurito il filone ? Vi sbagliavate: non avevate infatti tenuto conto del fascino arcano dell’italo disco, (sorta di surrogato nazionalpopolare ed ultracommerciale della house molto più vicino a Moroder che alle sonorità oscure di Chicago).
Che poi, oddio, nei paesi nordici avessero una passione per questi suoni era cosa ben nota: si pensi alle uscite di gente come Annie, Royksopp e Hans-Peter Lindstrøm. Con Sally Shapiro si va oltre: il 12’’ di qualche mese fa, I'll Be By Your Side, era già un indizio eloquente: roba da Mixage o giù di lì, sulle orme dei paninari o quasi, tra Sabrina Salerno e I Like Chopin. Eppure, anche se noi italiani viviamo questi suoni con un misto d’inquietudine e imbarazzo, ritrovandoci catapultati in un mondo che abbiamo faticosamente cercato di rimuovere, all’estero l’approccio è diverso: diciamocelo, non sono sonorità che dispiacerebbero a gente come Tiga o di Morgan Geist …
Senonchè, la nazionalità svedese della misteriosa interprete (a quanto pare vocalist per caso) e del produttore Johan Agebjörn aggiungono all’equazione un certo mood indie agrodolce alla cosa: tra l’italo disco e il synth pop la distanza non è poi così elevata, almeno nell’ottica senza pregiudizi dei cugini norvegesi , leggi Club 8 per dirne una, e le carte si confondono e sparigliano.
L’ultimo tabù che cade ? Forse, purchè quest’inverno non si debba anche cominciare ad andare in giro con le Timberland ed il Moncler …
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