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R Recensione

10/10

Cybotron

Enter

Per tutto il ventesimo secolo, Detroit è stata un emblema dello sviluppo industriale americano. La crescita demografica è stata rapidissima, soprattutto nella prima metà del '900. Principale fonte di sostentamento dei cittadini era l'enorme stabilimento Ford appena fuori città: la classe operaia di Detroit era folta, dignitosa e in buona salute.

 

Ma nel 1983, Detroit ha subito una radicale trasformazione. La crisi energetica del '79 ha avuto un forte impatto nel mercato automobilistico e nell'economia della città. Ma soprattutto, le leggi razziali promulgate negli anni '70 avevano generato un clima di apartheid: il cosiddetto "white flight"  era amaramente giunto al termine, e in città non esisteva più nessun "bianco". Il centro urbano era ridotto ad una città fantasma.

 

E' in questo contesto che Juan Atkins e Richard Davis si incontrano. Juan è il più geniale e carismatico del giovane trio di Belleville, composto oltre a lui da Derrick May e Kevin Saunderson: un gruppo compatto che rimarrà nella storia per le loro irripetibili avanguardie elettroniche. Richard è un artista più maturo, che già in passato si era dedicato a sperimentazioni musicali: il suo tratto distintivo è una marcata componente filosofica, che lo porta a sentirsi parte di un importante disegno di innovazione intellettuale da tradurre in musica.

Insieme formano i Cybotron. E nulla sarà come prima.

 

Il primo album, Enter, è un dipinto oscuro della desolazione metropolitana da cui nasce. In esso vengono riversati gli sfoghi emotivi e la reazione intellettuale di chi sta vivendo in prima persona uno scenario apocalittico dai colori post-atomici. E il senso di ribellione si tramuta in una convinta innovazione sonora, che si configura come una missione da portare a termine.

Ciò che ne risulta è uno dei dischi più affascinanti, misteriosi e suggestivi di sempre. Una perla che unisce una profondità ideologica che diventa dovere morale, ad una brillante inventiva che genera una musica nuova, dai tratti futuristici.

 

I Cybotron sono spesso riconosciuti come coloro che per primi introdussero lo stile techno. Enter va in effetti considerato il disco precursore di questo genere. Clear, Alleys Of Your Mind e Cosmic Cars sono le prime canzoni in assoluto in cui troviamo i ritmi veloci e spersonalizzanti tipici del sound techno, anche se ancora piuttosto legati alla forma dell'electro che li precede.

 

Lo stile di Enter è in realtà più complesso. Nella freddezza alienante di Alleys Of Your Mind e nella asetticità sintetica di Clear ritroviamo i movimenti robotici dei Kraftwerk. Nell'uso propositivo delle chitarre elettriche distese sui bassi cupi e profondi di The Line, o nelle evoluzioni electro di Cosmic Raindance, scopriamo un avvicinamento al decadentismo crepuscolare della synth-wave europea. Nelle atmosfere noir permeate di sofferenza, nei lamenti angosciosi di Enter e Industrial Lies percepiamo i disagi esistenziali del movimento dark britannico. E a tutto ciò, aggiungiamo una componente testuale fervida e tenebrosa, capace di disegnare un'ambientazione da fine del mondo.

 

L'ascolto è un'esperienza di morte e nascita nello stesso tempo. Attraverso l'intensità di questa selva sonora, percorriamo un viaggio notturno nella città deserta. Muovendoci nella successione iniziale di Enter-Alleys Of Your Mind-Industrial Lies, l'impressione è quella di essere gli unici sopravvissuti alla catastrofe. Le note lacrimanti riempono un vuoto cosmico, infrangendosi sugli scheletri degli edifici inabitati prima di arrivare a noi.

Ciò che percepiamo è una prospettiva deprimente, ma il disco non vuole condurci all'oblio. Lo svolgersi di questo capolavoro riesce a trasmettere un necessario senso di speranza. Nella seconda metà del disco, infatti, sentiamo di non essere i soli che vedranno l'alba del giorno dopo. C'è un'energia nuova che circola, sta avanzando su binari di recentissima fattura. Trasuda la fresca vivacità di Cosmic Cars, suona la marcia del risorgimento di The Line. E' l'evoluzione della specie, il reset che formatta le tracce lasciate finora: Clear, appunto.

La generazione delle "technofied minds" sta crescendo, progredisce dietro di noi e ci spinge verso il prossimo passo. "Enter the next phase", impone la voce di Davis nella title-track. Sullo sfondo, ritmi cerebrali e sferzate elettroniche incoraggiano la trasformazione e inneggiano alla velocità: in copertina, l'individuo attraversa lo specchio in corsa, e vede la propria materia dissolversi in frammenti ondulatori, come schegge di luce attraverso un diamante.

 

L'era degli umani è finita. Il futuro è delle macchine.

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Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

Ci sono 3 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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Dr.Paul alle 14:30 del 19 aprile 2010 ha scritto:

secondo me non c'entrano niente i tag...le recensioni collegate sulla destra della rece!! qui ci voloeva, foxx, numan, soft cell, human league, tiè anche depeche mode, anche l'ultimo degli editors...

synth_charmer, autore, alle 14:46 del 19 aprile 2010 ha scritto:

RE:

i miei tag sono stati "electro" e "Detroit Techno". I dischi che citi tu sarebbero apparsi sotto il tag "synth-wave", ma dici che sarebbe stato il tag giusto?

Dr.Paul alle 15:00 del 19 aprile 2010 ha scritto:

guarda msg pvt sul forum