Massive Attack
Heligoland
Pare che ci siamo. Countdown azzerato: 3-2-1, lift off! Come dicono a Cape Canaveral. Siamo pronti a svelarvi i segreti di uno dei dischi più attesi e chiacchierati dell’anno. Uno di quelli su cui si fa a gara ad arrivare per primi. Affannandosi a prenotarlo ed ascoltarlo con largo anticipo, anche se, a dirla tutta, non è neanche la tua tazza di thé, magari solo per il gusto di rovinare la festa al prossimo dicendone peste. Da parte nostra vi promettiamo che non leggerete niente di tutto questo. Che ci limiteremo ad annotare le nostre impressioni dopo un attento e reiterato ascolto. Se abbiamo visto giusto, potete anche non darci ragione, ma se abbiamo torto fateci pure neri. Abbiamo le spalle larghe.
Dunque, si, dicevamo: esce il nuovo dei Massive Attack, a circa 7 anni di distanza da “100th Window”, quinto album ufficiale in vent’anni tondi di carriera. E non può che essere un evento di portata mondiale. Preceduto dalla solita ridda di voci e indiscrezioni: torna Daddy G, esce Davidge entra Galsworthy, no questi restano e se ne va 3D. No, un momento, che cazzo dico? Facciamo la conta. Si, ok, loro ci sono tutti. E poi le canzoni: da dove vengono? Dalle sessions datate ormai 2004? O da quelle più recenti, diciamo dal 2007 ad oggi? Sono per caso quelle inedite suonate in giro per i festival tra il 2007 e il 2008 o sono altre ancora? E chi ci canta? È un po’ come per le figurine, “mi manca ce l’ho”: Horace Andy? Si. Mike Patton? Può darsi. Elizabeth Fraser, Beth Orton…Tricky? E sai che novità. Mos Def? Già dato anche lui. Feist? No, lei sembra proprio di no. Patti Smith, Tom Waits, David Bowie? Eh si, lallero! Mò le state sparando un po’ troppo grosse, mi sa. No non ci sono: pare che abbiano ricevuto le basi e le abbiano rispedite al mittente, dicendo: “no, grazie”. Delusi? Ben vi sta, così imparate a dare retta ai blogger, ai beninformati, alle leggende bristoliane e alle voci di corridoio. Scherzo, ovviamente.
Ma anche sforzandoci di prendere la faccenda un poco più seriamente, stavolta sembra proprio che la montagna (dell’hype, del “vedo, non vedo”/”non è vero ma ci credo” promozionale) abbia partorito il topo (un disco minore). E a pensarci bene un po’ c’era da aspettarselo: perché nonostante l’amicizia, la vicinanza, le parentele e le collaborazioni, i Massive Attack non sono i Portishead. Non lo sono mai stati e, purtroppo o per fortuna, non lo saranno mai. I Massive Attack rappresentano - e questo, intendiamoci, non è necessariamente un male - il volto più glamour, multimediale, spettacolare del trip-hop. Sono un po’ le rockstar della musica fermentata tra i bollori di quel brodo primordiale. E come tutte le rockstar, ad un certo punto della loro carriera, diventano decisamente conservatori, si concentrano sul loro pubblico e puntano a dargli esattamente quello che si aspettano, sono più preoccupati di mantenere il loro status (economico, ma anche, soprattutto, musicale: non siamo qui per fare i conti in tasca a nessuno). Non hanno molto interesse, insomma, ad oltrepassare le colonne d’Ercole e a reinventarsi radicalmente. Tanto più se quello stile lo hanno brevettato loro ed è più che giusto che ne vadano orgogliosi, che se lo tengano stretto.
Con ciò non vogliamo dire che il nuovo Heligoland sia un brutto disco. Tutt’altro: è un simulacro perfetto del loro stile. Sintetizzato e appianato per renderne più facile e unanime l’assimilazione. Più che un opera coesa attorno al suo baricentro estetico, un compendio di canzoni e singoli ad effetto. Un progetto pop stilato col bilancino. Come uno di quei film hollywoodiani tecnicamente impeccabili, pieni di effetti speciali, con un cast di premi Oscar perfino tra le comparse a mascherare una certa mancanza d’idee. La produzione è, manco a dirlo, certosina, i suoni impeccabili, ma dalle dieci canzoni che compongono la scaletta traspare molto mestiere e poca ispirazione.
E allora sentiamole - sangue d’un giuda ballerino - queste canzoni: Pray For Rain apre, ospite d’onore Tunde Adebimpe dei Tv On The Radio, con uno sciamanesimo leggero, un tribalismo soft, su un groove, come da copione, fumigante e dilatato, passando per un’ apertura centrale che accenna alla world music del Peter Gabriel anni 80. Babel ha un tiro pop e orecchiabile, la voce ovattata e lolitesca di Martina Topley-Bird si fa largo a stento fra le bollicine d’organo, i feedback accennati, i droni di synth e lo scalpiccio tronco della pavimentazione ritmica. Ma senza convincere, come non convince nemmeno Splitting The Atom con Daddy G che imita Isaac Hayes. Meglio, a questo punto, Girl I Love You: l’armonia solenne e orientaleggiante, la voce di Horace Andy e un taglio dub che rimanda un po’ a Mezzanine. Niente da fare, invece, per Psyche: inutili circonvoluzioni celtico/pagane affidate alla voce di Martina, effimera ed epidermica qui come altrove (per quanto mi riguarda, almeno). Un buco nell’acqua anche il brit-pop elettro-acustico e vagamente boweiano di Damon Allbarn in Saturday Come Slowly (peccato perché il titolo, in effetti, era un capolavoro di spleen “9 to 5”). Teniamo per ultime le note positive: i glitch, i sonar e le frequenze subacquee di Flat Of The Blade, un frammento di Atlantide del suono sommerso, la melodia a 78 giri di Gary Garvey in apnea; la scarna, fiabesca, morbosa, onirica Paradise Circus titillata sensualmente dalla voce di Hope Sandoval; l’electro sostenuto e ballabile di Atlas Air con quel giro d’organo killer: stentoreo, vorticoso, memorabile.
Se questo è il meglio che sono riusciti a tirare fuori, scremando gl’innumerevoli provini e progetti abbozzati nel corso degli anni - fra cui quelli, più o meno attendibili, che citavamo in apertura - un po’ c’è da preoccuparsi. Speriamo comunque di veder pubblicato anche il resto del materiale, prima o poi. Chissà che non ci riservi qualche bella sorpresa.
LINK:
Sito Ufficiale: www.massiveattack.com
Myspace: www.myspace.com/massiveattack
VIDEO:
- "Paradise Circus" (videoclip): http://super45.net/blog/nuevo-video-de-massive-attack-paradise-circus/
- "Psyche" (versione remix + videoclip): http://www.youtube.com/watch?v=aP0ZivkIOhk
- "Pray For The Rain" (audio): http://www.youtube.com/watch?v=HS8J_Oky5cw&feature=related
- "Atlas Air" (audio): http://www.youtube.com/watch?v=1MHUQjmcJzo
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