Il Genio
Il Genio
La celebre etichetta Cramps Music, con esperienza trentennale nel campo avantgarde (vedi Area, Demetrio Stratos), decide di ampliare il proprio catalogo prestando attenzione alla "nuova" scena indie, e lo fa con la neonata sussidiaria Disastro Records.
La prima release per la label ausiliaria è lomonimo album de Il Genio, duo leccese formato da Alessandra Contini voce/basso e Gianluca De Rubertis chitarra/tastiere/voce (De Rubertis ex Studio Davoli).
Lo splendido scatto in copertina lascia intuire palesemente i contenuti del lavoro, un'istantanea che potrebbe benissimo essere stata carpita dal capolavoro cinematografico di Francoise Truffaut : Jules & Jim, il duo guarda senza indugi alla tradizione degli chansonnier maudit doltrealpe rettificata dagli impulsi elettro del french touch da terzo millennio, in parole povere Serge Gainsbourg e gli Air, il tutto condito da una propensione che paga pegno allo Shibuya key movement e le sue varie leziosaggini, nellaccezione positiva del termine, cool-pop.
Diciamo subito, per dissipare ogni dubbio, che il debutto de Il Genio è un gioiellino nella sua categoria, dodici tracce di grande fruibilità prodotte da Alfred Tisocco con la supervisione artistica del Jennifer Gentle Marco Fasolo, peculiarità assoluta dellalbum è la voce da gattina bollente di Alessandra Contini, tra Alison Shaw dei Cranes e Jane Birkin tanto per intenderci, l'apertura con Le Bugie Di Francois è una dichiarazione del potenziale afrodisiaco della miscela Il Genio, mentre nella filastrocca Non E Possibile leasygoing da lolita lasciva della Contini alza tremendamente la temperatura corporea fino a raggiungere uno stato febbrile in Pop Porno, hit cliccatissima tra i bloggers meno raccomandabili e più sordidi moralmente, l'intenzionale assurdità ed i doppisensi infantili di Applique rivelano in tutto il suo fulgore il lungimirante, sorprendente acume pop della coppia. La prima metà dell'album è composta da tutti potenziali singoli, è il caso di A Questo Punto, alla quale sono sufficienti lo stuzzicante incedere cadenzato ed un organo pestato per adescare senza ritegno, per farne probabilmente la traccia più ispirata del lavoro.
Retroelectropop, è questa letichetta che le note divulgative promozionali della label affibbiano a Il Genio, niente di più azzeccato, grande senso dello humour, quasi sempre in grado di non svilirsi in farsa, godibili anche gli interventi della voce sporcata dalle Gauloises di De Rubertis in Fortuna E Sera e Tutto E Come Sei Tu, per avvicinarsi al finale con La Pathetique, cantata in francese e per la quale è stato girato uno spartano videoclip, ed Una Giapponese A Roma, cover di un brano scritto da Momus per la nipponica Kahimi Karie cantato anche originariamente in italiano, una elementare batteria sintetica e tastierine maliziosamente innocenti per un testo che alterna luoghi comuni sul bel paese a scabrosità, qui oculatamente censurate.
Un simpatico dischetto beffardo e dissoluto, certo, ne restino alla larga gli ascoltatori troppo seriosi ed intransigenti.
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