Kate Bush
Hounds Of Love
Prima dell'avvento di Madonna, l'incontrastata regina del pop era Kate Bush. Donna dall'incredibile talento e autrice di tutte le sue canzoni, dal 1980 in poi inizia a curare personalmente la produzione dei suoi lavori discografici, senza tralasciare due sue vecchie passioni: la recitazione e il ballo; fu lei la prima ad andar in scena con un tour dove le coreografie sono parte integrante dello spettacolo stesso. Allieva di Lindsay Kemp, fu scoperta da David Gilmour che la introdusse in casa EMI: da lì la sua carriera spiccò il volo.
Il 5 agosto del 1985 Kate esegue Running Up That Hill in uno show della BBC e lascia a bocca aperta gran parte dei critici musicali. Erano due anni che non si avevano sue notizie. Il 16 settembre esce l'album che scalza direttamente Madonna dal primo posto in classifica, anche in America.
Hounds Of Love è il primo lavoro interamente inciso nel suo studio di registrazione domestico; messi da parte gli esperimenti etnici di The Dreaming, Kate propone un saggio di pop-rock più ritmato e aggressivo, al limite della dance, ma influenzato anche dalle sonorità celtiche, dall'ethno-funk di Peter Gabriel, l'elettronica soffusa dei Pink Floyd post-Dark Side Of The Moon e una grazia melodica parente stretta dei Beatles. In questo album rinuncia agli acuti che l'hanno resa celebre, ma la voce acquista in morbidità.
Il disco si divide in due parti: Hounds of love, che parla dell'amore e delle sue manifestazioni (l'amore conflittuale tra un uomo ed una donna, l'amore come sentimento astratto, l'amore della propria libertà, l'amore di una madre per il figlio, l'amore di un figlio per il padre), e la suite The ninth wave, che racconta del naufragio di una nave.
Hounds Of Love è il suo lavoro più completo, maturo, capace di raggiungere vertici emozionali mai toccati in precedenza dall'artista inglese. Partecipano al progetto nomi prestigiosi, da Liam O’Flynn, della leggendaria band irlandese dei Planxty, a Dónal Lunny, altro artefice del folk revival irlandese e delle musica celtica; gli arrangiamenti vocali sono curati da maestri di musica classica quali Michael Berkeley e Richard Hickox, e ancora collaborano il contrabbassista jazz Eberhard Weber, Alan Murphy, chitarrista dei Level 42, due storici sessionmen del folk-rock inglese come il percussionista Morris Pert e il bassista Danny Thompson, Stuart Elliot, batterista di Alan Parson, il grande compositore e direttore d’orchestra Michael Kamen.
Il disco parte appunto con Running Up That Hill, grande hit nelle discoteche. Seguono Hounds of Love (prorompente l’inizio squarciato da una voce inquietante che grida: “È tra gli alberi. Sta Arrivando!”) e The Big Sky dove le percussioni sono a farla da padrone. In Mother Stand for Confort basso e fairlight giocano a rincorrersi, mentre Cluodbusting (ispirato al libro Book Of Love di Peter Reich) è un vero e proprio film in formato canzone (memorabile il video con Donald Sutherland). Della seconda parte del disco la stessa Kate disse: "Descrive l'attraversamento di un'esperienza e l'uscirne dall'altra parte, e certamente non si tratta di un'esperienza piacevole. La trovo terrificante, l'idea di trovarsi immersi in qualcosa di così sconfinato, di notte e da solo…. Credo che tutti hanno di queste visioni fugaci, attimi, ad un certo punto della propria vita, quando si sperimenta qualcosa e all'improvviso ci si rende conto di come diamo tutto per scontato." La suite inizia con la rilassante And Dream of Sheep, seguita da Under Ice (Kate pattina su un lago ghiacciato e si accorge che sotto si muove qualcosa e vuole uscire) e Walking the Witch, che dà un bello scossone all'ascoltatore. Segue Watching you without me, che profuma del migliore Peter Gabriel anni 80, Gig Of Life, costruita sopra un giro di musica Irlandese, ed Hallo Earth, con un intero coro tratto dal film Nosferatu di Herzog (un vero e proprio inno alla speranza), per concludersi con The Morning Fog (la rinascita).
Se molti dischi pop degli anni 80 (in special modo quelli risalenti alla seconda metà del decennio) sono invecchiati troppo presto, per un uso spesso ridondante dell’elettronica, in questo album le trame sonore (elettro e cantautorale) sono misurate con le giuste proporzioni e il risultato finale è senza dubbio eccellente. Un album da riscoprire per chi ancora non ne abbia fatto la conoscenza, un disco che resta nel cuore di chi già lo conosce. Un vero capolavoro.
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