R Recensione

9/10

The Sallyangie

Children of the Sun

Fu una fortunatissima serie di casi di "incomprensione musicale" quella che permise al giovane polistrumentista Mike Olfield,nel 1973,di realizzare la sua magnifica e complessa opera "Tubular bells";i risultati superarono ogni aspettativa e previsione,e le vendite furono immense e planetarie,nonostante la non facile fruibilità del prodotto.

Ma i semi di quello che divenne un incommensurabile artista erano stati sparsi dal vento del genio 5 anni prima,e fu con i Sallyangie che le prime gemme videro la luce del sole;aveva solo 15 anni l'appena adolescente Oldfield quando,con la sorella poco più grande,formarono un duo completamente acustico,che prese il nome da "Sally "e "Angie",due pezzi di Bert Jansch (prima nei Pentangle e poi solista),che erano i preferiti di Olfdield,ma che coincidevano anche col nome della sorella maggiore Sally appunto.

Si esibivano dopo la scuola,e nell'estate del 1968 tennero un concerto che riscosse molti consensi,nonostante la giovane età dei componenti.Le loro incisioni giovanili si conchiusero in un unico,soprendente album,"Children of the Sun",ricco di stimoli e influenze che ne elevarono la qualità."Balloons" è una delicata filastrocca-nenia eseguita a due voci,e accompagnata dalle chitarre suonate da entrambe i fratelli.Già dall'inizio la voce di Sally si rivela decisa e duttile,volutamente infantile in apertura del pezzo,e dal potente timbro celtico sul finire,seguita in chiusura da un breve virtuosismo chitarristico,d'impronta classicistica,ad opera di Mike.

Ma la vera perla è la successiva "Midsummer Night's Happening",a modesto avviso di chi scrive la canzone più bella del disco che evidenzia non solo la poliedricità dei due giovanissimi aristi,ma anche il loro talento insito;il canto leggero e civettuolo di Sally viene inseguito,come in un corteggiamento(e di questo si parla nel testo)da quello cortese del fratello,in un mirabile,vezzoso minuetto che anticipa di un anno gli splendidi Amazing Blondel,maestri del genere elisabettiano;violoncello,flauto e clavicembalo assecondano i "capricci" della nobile coppia settecentesca e ne suggellano le formalità amorose.

Leggerissimi aleggiano i vocalizzi femminili in "Love in ice crystals",sostenuti da un ancor più tenue controcanto maschile,e da fraseggi di chitarra appena percettibili.Un particolare contrappunto vocale domina "Changing colours",mentre la (voluta)dissonante sezione di strings e percussioni(ad opera del grande ospite Terry Cox dei Pentangle)segna la malinconica "Chameleon";nella delicatezza dell'esecuzione e nello stile agreste di "Milk Bottle",è la lezione dei contemporanei Tudor Lodge ad essere ripresa,così come nel guizzo dei flauti di "Strangers";di una drammaticità e di un lirismo dei migliori Spyrogira,è permeata invece la tragica ballad "The murder of the children of San Francisco",e Sally Oldfield,seppur in maniera ancora germinale riallaccia i contatti vocali con l'inarrivabile Barbara Gaskin.Romantica,in un intreccio fiabesco di viole,clavicembalo,chitarre,cimbali volteggiano le voci del duo nella cavalleresca "Lady Mary".Stregonesco è il recitato femminile nell'intro di "Children of the sun",subito irradiato però dalle dorate tinte delle escursioni vocali di questi "figli del sole".

Ancora gli Spyrogira tornano ad echeggiare in "A lover for all seasons",vuoi per l'accento deciso delle chitarre acustiche e delle percussioni,vuoi per l'emotivo e doloroso approccio,presente,a seguire,anche in "River song",commovente lamento funebre.Luminosa sarà la ballata,omaggio alla tradizione folk americana,"Banquet on the Water,e limpida come l'acqua,la voce di Sally chiuderà l'album. "Children of the sun" è stato una breve parentesi nella carriera musicale dei fratelli Oldfield,ma essenziale trampolino di lancio nonché testimonianza attiva di due artisti talentuosi capaci di raggiungere anche singolarmente un vastissimo successo.

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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REBBY 7/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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Arnold Layne alle 9:47 del 20 luglio 2007 ha scritto:

WOw

Ahhh..il giovane Oldfield Bravissima, ottima proposta!! Me lo procurò subito!

Utente non più registrat (ha votato 4 questo disco) alle 10:42 del 5 settembre 2020 ha scritto:

Il folk di Joan Baez con 10 anni di ritardo; se questi sarebbero capolavori, poveri noi! Solo "Lover for All Seasons ha un po' di carattere, e sarebbe carina anche "The murder of the children of San Francisco" se non fosse a tratti un incredibile plagio di quel capolavoro (quello sì) dei Byrds che è "Thoughs and Words". Raramente ho ascoltato dischi così brutti.