R Recensione

4/10

Marilyn Manson

Eat Me, Drink Me

Prima di tutto, un'avvertenza necessaria: questo disco mette tristezza. E non perchè le cupe liriche di Warner/Manson siano più estreme del solito, e non c'entrano nemmeno le deprimenti sequenze di accordi che si ripetono con minime variazioni in tutta l'opera.

Il problema è che nel 2007, dopo l'allontanamento dal gruppo di tutti i migliori autori musicali che avevano accompagnato il cantante in questi anni (John 5, Twiggy Ramirez e tanti altri), il gruppo (in realtà soltanto lo stesso Manson oltre al bassista/chitarrista Tim Sköld) ha ormai davvero poco da dire. I Marilyn Manson hanno perso gran parte del proprio seguito: gli adolescenti dei tempi di "Antichrist Superstar" ora sono cresciuti, quelli attuali più problematici preferiscono ascoltare musica emo che questa riedizione del dark primi anni '90, e il gruppo non riesce a fermare l'inarrestabile declino cominciato con "Holy Wood", dopo aver toccato (musicalmente) il punto più alto col glam-rock di "Mechanical Animals".

"If I Was Your Vampire" va avanti per quasi 6 minuti, fra vaghe influenze gotiche anni '80 (Bauhaus, Joy Division?) ma senza farsi apprezzare più di tanto; "The Red Carpet Grave" è il solito (torbido) racconto di una storia d'amore malata fra infedeltà e cicatrici. "Just a Car Crash Away" si trascina stancamente facendo rimpiangere una "Fundamentally Loathsome" o una "Man That You Fear"; arrivati a questo punto ci si è già stancati ed è forte la tentazione di finire qui con l'ascolto.

In realtà nella seconda parte di "Eat Me, Drink Me" le cose migliorano: insieme a "Putting Hole in Happiness", variazione sul tema del tipico singolo mansoniano, il primo estratto "Heart Shaped Glasses" col suo incedere marziale e synth anni '80 è il pezzo più radio-friendly dell'opera, pur essendo anni luce da una "Rock is Dead".

"Evidence", nonostante sia appesantita dal solito testo lugubre ("I want your pain / To taste why you’re ashamed" ma anche "Fuck me til we know it’s unsafe") è il pezzo più convincente, anche perchè per una volta le chitarre sono messe in secondo piano da basso e tastiere.

Meglio soprassedere su "Mutilation is the Most Sincere Form of Flattery", imbarazzante fin dal titolo; "You and Me and the Devil Makes 3" vorrebbe essere satanica, ma finisce per essere solo un'autoparodia delle vecchie "Dope Hat" o "Get Your Gunn". La conclusiva "Eat Me Drink Me" cerca di conciliare (come in realtà tutto il disco) tentazioni industrial con il solito hard-rock a tinte scure, e il risultato non è nemmeno disprezzabile, anche perchè in questo brano Manson sembra decisamente più convinto.

"This is only a game": così queste parole termina il brano, ma il fatto è che ormai le provocazioni dei Marilyn Manson non fanno più paura a nessuno, e il gioco è durato più che abbastanza.

V Voti

Voto degli utenti: 4,7/10 in media su 3 voti.
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Vikk 5/10

C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 9:17 del 11 luglio 2007 ha scritto:

In parte hai ragione tu

Manson è uno di quei personaggi che o si odia o si ama. Io l'ho sempre odiato, sia per il suo irritantissimo modo di porsi, sia per la sua musica, che mi è sempre sembrata piatta, meccanica, fredda, priva di idee. Un inutile provocazione, che non faceva nè caldo nè freddo, come lo stesso Warner. Questo album invece mi ha sorpreso. Non tanto perchè tutta la sua durezza si è sciolta al sole come un misero panetto di burro, piuttosto per la virata decisa su suoni anni '80, alla Cure, o ancora echi di hard rock alla Zeppelin e simili. Non dico che questo è un album indimenticabile, sia chiaro, però per me questo, adifferenza di tutti gli altri, è passabile almeno di una sufficienza piena. Cheers!

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 9:17 del 11 luglio 2007 ha scritto:

Facciamo media?

Ma sì, dai, 6.5.

The_Boy_Racer, autore, alle 9:32 del 11 luglio 2007 ha scritto:

strano

ciao Marco, ho scritto io la recensione

è strano: pensa che io ho avuto l'impressione opposta dalla discografia di Manson, ovvero ritengo tutti gli album fino a Holy Wood musicalmente validi (almeno nel loro genere), mentre questi ultimi due mi sembrano davvero poco interessanti e derivativi...però certo, i gusti sono gusti, anche se penso che sarei il primo a gioire per sonorità simili ai Cure

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 19:51 del 11 luglio 2007 ha scritto:

Un ciao anche a te, omonimo ed attento Marco . Guarda, hai perfettamente ragione: sicuramente sei una persona più obiettiva di me, e puoi giudicare le prime produzioni di Manson con più distacco. Io no, non ce la faccio, mi sta troppo sullo stomaco... penso che, anche se fossero i dischi migliori di questo mondo, li stroncherei senza alcuna pietà, perdonami )) Diciamo che questo "Eat Me, Drink Me" mi è piaciucchiato per svariati motivi, Per essere derivativo, su questo non ci piove, ed è forse il suo derivare da qualcosa di comunque storico ed indelebile (Cure, Zeppelin) a farmelo godere maggiormente. Poi, il fatto che recentemente si è separato da Dita Von Teese (ma come si fa, dico io O_o), e allora viene in aiuto un po' di compassione, dopo l'esultanza nel vedere lo smacco subito Lo so, sono cattivo.

The_Boy_Racer, autore, alle 21:45 del 11 luglio 2007 ha scritto:

averceli, i "problemi" di Marilyn!

certo Marco, come tu dici si è separato dalla Von Teese (e infatti credo che la maggior parte dei testi affronti questo argomento)... però per mettersi con Evan Rachel Wood! (o almeno così dicono )

in ogni caso insisto: concedi almeno un ascolto a Mechanical Animals - forse l'unico album per il quale il buon Marilyn verrà ricordato, al di lù delle sue innumerevoli provocazioni più o meno inutili - anche se comprendo perfettamente il tuo odio per il personaggio

ciao!

Vikk (ha votato 5 questo disco) alle 16:01 del 9 novembre 2007 ha scritto:

Noioso

Noioso. Il peggiore dei difetti per un disco rock. Vorrebbe essere cantautoriale, ma Brian Warner non ha la capacita' di scittura semplice ed efficace del vechio amico Twiggy Ramirez, non e' supportato dal suo scopritore Trenz Reznor che riusciva a tappare alcuni buchi grazie ad una produzione innovativa (per l'epoca) ed aver perso il talentuoso John 5 ha dato il colpo di grazia definitivo ala band che ora si e' trasformata in un solo project.

L'unica nota positiva e' l'aver cercato di dare un taglio diverso a questo disco rispetto al passato, purtroppo la svolta melodica non e' supportata da un'abilita' di scrittura all'altezza.