Marilyn Manson
Eat Me, Drink Me
Prima di tutto, un'avvertenza necessaria: questo disco mette tristezza. E non perchè le cupe liriche di Warner/Manson siano più estreme del solito, e non c'entrano nemmeno le deprimenti sequenze di accordi che si ripetono con minime variazioni in tutta l'opera.
Il problema è che nel 2007, dopo l'allontanamento dal gruppo di tutti i migliori autori musicali che avevano accompagnato il cantante in questi anni (John 5, Twiggy Ramirez e tanti altri), il gruppo (in realtà soltanto lo stesso Manson oltre al bassista/chitarrista Tim Sköld) ha ormai davvero poco da dire. I Marilyn Manson hanno perso gran parte del proprio seguito: gli adolescenti dei tempi di "Antichrist Superstar" ora sono cresciuti, quelli attuali più problematici preferiscono ascoltare musica emo che questa riedizione del dark primi anni '90, e il gruppo non riesce a fermare l'inarrestabile declino cominciato con "Holy Wood", dopo aver toccato (musicalmente) il punto più alto col glam-rock di "Mechanical Animals".
"If I Was Your Vampire" va avanti per quasi 6 minuti, fra vaghe influenze gotiche anni '80 (Bauhaus, Joy Division?) ma senza farsi apprezzare più di tanto; "The Red Carpet Grave" è il solito (torbido) racconto di una storia d'amore malata fra infedeltà e cicatrici. "Just a Car Crash Away" si trascina stancamente facendo rimpiangere una "Fundamentally Loathsome" o una "Man That You Fear"; arrivati a questo punto ci si è già stancati ed è forte la tentazione di finire qui con l'ascolto.
In realtà nella seconda parte di "Eat Me, Drink Me" le cose migliorano: insieme a "Putting Hole in Happiness", variazione sul tema del tipico singolo mansoniano, il primo estratto "Heart Shaped Glasses" col suo incedere marziale e synth anni '80 è il pezzo più radio-friendly dell'opera, pur essendo anni luce da una "Rock is Dead".
"Evidence", nonostante sia appesantita dal solito testo lugubre ("I want your pain / To taste why you’re ashamed" ma anche "Fuck me til we know it’s unsafe") è il pezzo più convincente, anche perchè per una volta le chitarre sono messe in secondo piano da basso e tastiere.
Meglio soprassedere su "Mutilation is the Most Sincere Form of Flattery", imbarazzante fin dal titolo; "You and Me and the Devil Makes 3" vorrebbe essere satanica, ma finisce per essere solo un'autoparodia delle vecchie "Dope Hat" o "Get Your Gunn". La conclusiva "Eat Me Drink Me" cerca di conciliare (come in realtà tutto il disco) tentazioni industrial con il solito hard-rock a tinte scure, e il risultato non è nemmeno disprezzabile, anche perchè in questo brano Manson sembra decisamente più convinto.
"This is only a game": così queste parole termina il brano, ma il fatto è che ormai le provocazioni dei Marilyn Manson non fanno più paura a nessuno, e il gioco è durato più che abbastanza.
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