The Robot Ate Me
Carousel Waltz
Carousel Waltz , uscito nel 2005 per la 5 Rue Christine, è una drastica svolta rispetto ai precedenti album della band americana (ora trapiantata a Portland). Al posto degli esperimenti di They Ate Themselves e delleccentricità musicale e concettuale di On vacation, Ryland Bouchard e la sua band con Carousel Waltz ci offrono una meditazione silenziosa, accessibile, filo conduttore dellintero disco.
Coloro che hanno amato i precedenti dischi potrebbero criticarne la scarsa varietà e la mancanza di complessità che sprizzava lo sperimentalismo degli altri dischi, ma la band rimedia con unintimità ed un calore rari. Carousel Waltz è un album per chi sa ascoltare e per chi percepisce ed apprezza i toni più sottili.
Lo sprone a superare il rimpianto soffia dalle casse, fin dalla prima canzone Bad feelings: Shes been feeling pretty bad about life. Look into her eyes. And let her know why, you wanna be her everything. You dont need to call it love. In questo senso Carousel Waltz si presenta come concept album. La nostra esistenza porta dolore, però è troppo corta per sprecarla con litigi e lotte personali. È semplice eppure di una distinta lucidità lessenza ottimistica del disco. È una lezione damore e di perdono che viene reiterata continuamente, senza mai essere moralista.
Bouchard sviluppa un senso della narrazione peculiare. Ha la dote rara e condivisa con pochissimi altri autori, di raccontare damore senza scivolare nella banalità. Il disco mette in mostra la larghezza di sentimenti, dal doloroso amore spezzato nella melanconica Where love goes, allanchessa nostalgica ma più tenera This love is waiting, passando per la spettacolare Lately, a rievocare, da lontano e in chiave indiefolk, i Coldplay più intimisti, fino ad arrivare alle più allegre composizioni di Come together e Just one girl. A chiudere la contemplazione, nel migliore dei modi possibili e al momento giusto, arriva la dolce e posata Hi love.
In questo senso Bouchard merita effettivamente letichetta di cantautore à la Leonard Cohen. Gli arrangiamenti, paragonati con i precedenti dischi, sono più discreti, quasi ordinari. Carousel Waltz è folk della struttura più classica, folk pop in odor di anni 60 con melodie attraenti vicine alla vena compositiva di Paul Mc Cartney e Donovan. Le melodie, per lo più accompagnate dalla chitarra acustica, si posano a tratti su arrangiamenti delicatamente barocchi, quasi wilsoniano: un momento le parole di Bouchard sono interrotte da un corno elegante come in Lately, un altro fa capolino per un attimo un sax lontanamente zappiano. Nondimeno, permane sempre la moderazione, elemento dominante del disco.
Il cantante e la band ci cantano una ninnananna per consolare le nostre anime scalfite e solitarie. Caso eccezionale, non ci sono cali nella qualità musicale del disco: The Robot Ate Me regala ai nostri cuori fragili un passatempo migliore di una seduta dallo psicoanalista, perché ci riporta con parole e toni lucidi ad una percezione di noi stessi e delle cose essenziali, spesso perduta e assente nel tran tran scolorito della nostra esistenza. Le sue intuizioni damore sembrano arrivare dalla più intensa e personale introspezione. La sincerità e il coraggio di Bouchard stupiscono e trovano facilmente strada nelle nostre ossa, sfilando pian piano gli strati protettivi con cui ci siamo abituati a nasconderci e proteggerci dagli altri. Il cantante, con la sua voce alta e unpo gracchiante richiamando un ideale punto dincontro tra Wayne Coyne dei Flaming Lips e Chris Martin dei Coldplay - rimane sola e nuda davanti agli ascoltatori. E una sincerità che svela una grande dignità. In Regret rende manifesta lessenza semplice ma potente del disco, il coraggio di affrontare la vita: Come back, from your lonely stand. Come back, face the world youve left. Carousel spin over our heads. Come share the sunshine With your life as the light.
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