R Recensione

7/10

AA. VV.

Dark Was The Night

Che ci crediate o no, c’è ancora gente che si ammala di AIDS. Avete capito bene, l’AIDS. Sindrome da immunodeficienza acquisita. Quella degli anni ottanta, che ti creava quell’alone blu elettrico intorno al corpo. Quella che “a me non fa paura perché tanto colpisce solo i gay”. Quella che poi “un mio amico se l’è presa perché si è fatto una tossica”. Quella che “sta diventando un problema perché si sta diffondendo tra le puttane”. Quella che, alla fine, “è un bel casino perché se non guardi dove metti i piedi ti buchi con una siringa e te la becchi”.

La Red Hot Organization è una fondazione che opera in campo internazionale per raccogliere fondi e sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’AIDS e sugli strumenti utili per prevenire e combattere la diffusione della malattia. Il lavoro dell’organizzazione segue una via diversa dalle altre associazioni a sfondo benefico, sperimentando il difficile proposito di raggiungere il maggior numero di persone possibile utilizzando come veicolo la cosiddetta “cultura pop”. Gli strumenti della Red Hot Organization, infatti, vanno dall’ allestimento di eventi multimediali e show televisivi alla produzione di DVD e compilation musicali.

Per festeggiare il ventesimo anno di attività, la Red Hot Organization pubblica, in collaborazione con la mitica etichetta discografica 4AD, una doppio cd di ben 31 brani che riesce a radunare, con la produzione di Aaron e Bryce Dessner dei The National, il meglio del pop-rock indipendente mondiale. Apre le danze “Knotty Pine”, delizioso brano afro-pop eseguito dal bizzarro connubio tra i Dirty Projectors e David Byrne. A seguire, una curiosa rivisitazione del classico di Nick DrakeCello Song” ad opera di un altro stravagante matrimonio, ovvero quello tra il duo glitch-pop The Books e la star svedese Josè Gonzalez. Terzo duetto, più canonico ma non meno affascinante, ad opera della chanteuse canadese Feist e di Ben Gibbard dei Death Cab for Cutie (“Train Song”, un classico già eseguito da Vashty Bunyan).

Il primo cd si distende su livelli altissimi, con ottimi interventi di Bon Iver (perfino eccellente da solo in “Bracket WI”, un po’ meno in coppia con Aaron Dessner nel drone pianistico di “Big Red Machine”), Grizzly Bear (da soli nel traditional “Deep Blue Sea” e accompagnati da Feist in “Service Bell”) e dei padroni di casa The National, presenti con una “So Far Around the Bend” sontuosamente arrangiata da Nico Muhly.

A margine, trovano spazio una brevissima e delicata apparizione di Iron & Wine (“Stolen houses (Die)”), un lungo saggio melodico dei The Decemberists (“Sleepless”), una versione minimale della title-track ad opera del Kronos Quartet (l’originale, se volete recuperarlo, è uno standard blues di Blind Willie Johnson), e una comparsata dell’onnipresente Antony, qui scortato da Bryce Dessner in una cover di Bob Dylan (“I Was Young When I Left Home”).

A rimanere scolpite nella memoria sono però tre immagini che fotografano il perfetto stato di salute dell’indie-pop “colto”: gli Yeasayer confermano di avere qualità eccelse in “Tightrope” (e sembrano anche divertirsi un sacco…), Shara Worden (aka My Brightest Diamond) fa volare la sua splendida voce sulle note di quella “Feeling Good” che fu (soprattutto) di Nina Simone, mentre il fenomeno Sufjan Stevens chiude il primo dei due cd prendendo in prestito un frammento di un brano dei Castanets (“You are the blood”) per crearci attorno oltre dieci minuti di puro genio tra basi elettroniche, ricchi arrangiamenti orchestrali, cantautorato indie e musica classica.

La seconda parte della raccolta vive qualche momento di stanchezza, come il pop “danzereccio” di “Well-Allright” degli Spoon, la cover di “A girl like you” ad opera di Dave Sitek dei TV on The Radio, una seconda versione di “You are The Blood” (intitolata “Blood pt 2”), nella quale Buck 65 e Serengeti affiancano Sufjan Stevens, una cover dei Destroyer ad opera dei The New Pornographers (“Hey, Snow White”) e un bozzetto pop offerto con la consueta grazia da Stuart Murdoch dei Belle & Sebastian (“Another Saturday”).

Non mancano comunque altri momenti degni di interesse, come il malinconico valzer dei Beirut (“Mimizan”), un pezzo raro degli Arcade Fire (“Lenin”), le atmosfere beat(les) dei My Morning Jacket (“El Caporal”), una cover degli Handsome Family ad opera del lanciatissimo Andrew Bird (“The Giant of Illinois”) ed una splendida “Gentle Hour” eseguita magistralmente dagli Yo la Tengo (una band immensa quanto sottostimata).

Anche in questo secondo cd a tenere banco sono comunque i duetti: quello un po’ forzato tra Blonde Redhead e Devastations (“When the Road Runs Out”), quello infallibile (data la canzone eseguita) tra Mr Bright Eyes Conor Oberst e Gillian Welch (“Lua”) e quello ideale, eterno, ubriaco e sensuale tra Cat Power ed il blues nel classico “Amazing Grace”.

Se vi sembra abbastanza (e data la giusta causa) mettete mano al portafogli e andate ad acquistare questo disco. Con il resto, già che ci siete, entrate in farmacia e comprate una confezione di preservativi. Il sottoscritto augura a tutti buon ascolto ed un felice “incontro occasionale”. Voi, quantomeno, fatevi trovare preparati per tutte e due le circostanze.

V Voti

Voto degli utenti: 8,3/10 in media su 12 voti.
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Roberto 10/10
anfe02 7/10
Khaio 10/10
REBBY 7/10

C Commenti

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REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 8:28 del 5 marzo 2009 ha scritto:

Ha ragione Fabio, questa è proprio una bella mista. Qui c'è pane per i denti di tutti (o quasi).

benoitbrisefer (ha votato 8 questo disco) alle 13:08 del 5 marzo 2009 ha scritto:

Difficile trovare antologie di questo livello! Tanti i momenti alti nel primo CD che è veramente difficile stilare una classifica di gradimento. Ottima recensione chiara ed esaustiva.

george alle 17:28 del 18 marzo 2009 ha scritto:

...

Ho sentito il pezzo dei beirut....

Straordinario....

A proposito...nessuno recensisce i 2 ep appena usciti??? A me quello elettronico piace molto!!! Lo so che sono pezzi vecchi!

fabfabfab, autore, alle 17:30 del 18 marzo 2009 ha scritto:

RE: ...

Arriveranno, tempo al tempo ... potresti farlo tu!

Mr. Wave (ha votato 7 questo disco) alle 13:59 del 29 aprile 2009 ha scritto:

Più che discreta la raccolta, [voto: 7.5] ottima la recensione.