A Le radici del Rock- il Blues

Le radici del Rock- il Blues

Il materiale di base, ai musicisti pop, la materia da plasmare e sopra la quale poter comporre ogni sorta di sperimentazione, viene fornita indubbiamente dal rock. Ma per risalire alle origini di questo genere musicale, dobbiamo, per forza di cose, volgere lo sguardo a ritroso e soffermarci su quello che rappresentò, nel XIX secolo, il canto blues per il nero americano, in quanto ogni espressione musicale attinente o comunque derivante dal rock, affonda le radici proprio nel blues: la scala pentatonica originaria del blues (che a sua volta deriva dalla pentatonica africana) è infatti la più ricorrente nella musica rock dei decenni in esame, così come lo sono gli schemi blues nella struttura delle frasi. E gran parte di questi stilemi, vengono conservati anche nei decenni successivi sino ad oggi, visto che ancora oggi il rock è presente in maniera significativa nelle musiche popolari occidentali proposte dai mass media.

Nel XVII secolo, il nero americano, originario africano, viene dunque sottomesso dalle azioni del bianco di origine inglese, che opera importazioni dall’Africa allo scopo di delegare alla razza africana, meno evoluta dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro utile nei paesi con un clima più rigido, i lavori manuali più duri, attraverso vero e proprio schiavismo. Lo schiavo nero se da un lato, in un primo tempo, riesce a sopportare la propria condizione di stenti e di fatiche, dovuta a una tacita e meritoria accettazione delle regole impostegli, per quanto dure, dal padrone bianco, dall’altro lato della personalità viene, pian piano, sviluppandosi un forte malcontento generatore d’impulsi reattivi, dapprima confluenti nel concepimento delle work songs (canti di lavoro sorti nei campi di cotone e di grano), ma che, nel corso dei secoli, lo porteranno a costituire protezioni psicologiche e attività culminanti nell’ottenimento del miglioramento della propria condizione e nella liberazione finale quantomeno dalla schiavitù.

Il canto blues rappresenta il lamento della speranza, a sostegno della personalità dello schiavo nero, in contrapposizione allo Spiritual e al Gospel, sorti nelle Chiese del XVIII secolo da elementi di canto liturgico europeo, unito ad altri di sopravvivenza africana. In questi ultimi, infatti, è maggiormente presente quella sorta di rassegnazione alla cieca condizione della schiavitù. Attorno al 1860, i neri americani danno forma alla loro musica, ma poco o nulla si conosce a nord della linea Mason-Dixon, che divide gli stati schiavisti dagli altri. Infatti, su quattro milioni e mezzo di neri, circa quattro milioni sono schiavi e la metà dei rimanenti vive al di fuori degli stati schiavisti. La guerra di secessione è un viatico imprescindibile alla soluzione dei problemi di convivenza tra bianco e nero: quest’ultimo, acquisendo la lingua inglese, inizierà ad esprimersi nei primi spettacoli dedicati al padrone bianco, dove attirerà le sue attenzioni mediante situazioni di autoironia, attraverso le quali il padrone, simpaticamente, incomincerà a osservare e a prendere in considerazione le qualità artistiche del musicista nero.

Continua: Il Jazz

Per approfondire: http://www.storiadellamusica.it

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