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R Recensione

7/10

Deftones

Diamond Eyes

Osservate il nobile volatile sulla cover di “Diamond Eyes” dei Deftones, e meditate. Solitario, fiero e rispettato per la non comune inclinazione a farsi i cazzi propri. E, soprattutto, a saperseli fare con un certo stile.

Il barbagianni bianco è un uccello rapace notturno della famiglia degli Strigiformi, con un piumaggio abbondante giallastro screziato di grigio sul petto. Viene utilizzato nelle campagne per la sua abilità contro i ratti. Quindi un bel simbolo zoologico per il nuovo lavoro di “Chino” Moreno e soci. Un’opera che ha rischiato seriamente di non vedere mai la luce, dopo il coma nel 2008 del bassista Chi Cheng, e che forse ha definitivamente congelato “Eros”, l’ultimo album registrato con il povero Chi e prodotto dal fido Terry Date. E allora? Allora, tabula rasa. Si ricomincia da zero, si rispetta il dolore e la sofferenza di un amico, perché non siamo mica in una puntata quotidiana di Pomeriggio Cinque.

Rimpolpata la line-up con l’arrivo di Sergio Vega (ex-Quicksand), i Deftones hanno trovato la spinta necessaria che potesse tramutare la ferita di una perdita in un grido al cielo, pieno di rabbia e volontà d’amianto. Con il sostanziale contributo di Nick Rasculinecz (Foo Fighters, Mondo Generator, Rush, Jerry “AIC” Cantrell, etc. etc.) i ragazzi di Sacramento sono riusciti a dimostrare che la loro creatura ancora non ha inalato l’ultimo respiro.

“Diamond Eyes” è, infatti, un disco compatto e organico, prosciugato da quei barocchismi che zavorravano il pur dignitoso “Saturday Night Wrist”. I due singoli, “Rocket Skates” e l’omonima traccia, sono proiettili abrasivi di furia e candore pop-wave (Sabbath-hardcore la prima, onesto crossover con ritornello duraniano la seconda).

Colpisce la ritrovata urgenza espressiva nell’impetuosa “Royal”, memore della gloria che fu “Around The Fur”, e le violente staffilate della nuova otto corde del buon Stephen Carpenter in “CMNDCNTRL”, 2 minuti tesi come una gita a Kabul con dei nudisti, sporcati dalle nebulose d’elettronica di Frank Delgado. E colpisce ancor più forte il magnetismo, la versatilità cristallina della voce di Moreno, ormai a livelli strepitosi (ascoltare per credere la bonus track giapponese, “Ghosts” dei Japan!).

Lo sludge-atmosferico di “You’ve Seen The Butcher”, le litanie ambientali tra Cure e paesaggi wendersiani di “Beauty School” e “Sextape” confermano gli Occhi Di Diamante la miglior release deftonesiana da anni. Conclude il viaggio “This Place Is Death”, preceduta dall’epicità FNM di “976-EVIL”, fantasticamente sospesa tra Duran Duran e Slowdive, è nuvoloso ma filtrano squarci di luce: un heavydream-pop che desertifica i Cocteau Twins, chapeau. Quando il destino è un vicolo cieco puoi soltanto cercare il riscatto, con tutte le tue forze. Oppure fermarti e continuare a maledire la sfiga che non guarda in faccia a nessuno. I Deftones da Sacramento hanno deciso di non fermarsi.

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Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 13 voti.

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tramblogy (ha votato 8 questo disco) alle 16:13 del 15 luglio 2010 ha scritto:

bravo..disco bello..

...non penso sia un caso l'immagine del gufo della cover e il coma del cheng....come sonorità però lo trovo più vicino a deftones piuttosto che around the fur.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 18:54 del 15 luglio 2010 ha scritto:

Tanti errori e dimenticanze, in questo disco. Un po' di autocompiacimento e di luoghi comuni, forse. Ma, perdio: quanto cuore, quanta sofferenza, quanta classe. Massimo rispetto.

NathanAdler77, autore, (ha votato 7 questo disco) alle 17:31 del 16 luglio 2010 ha scritto:

E' vero, ormai hanno uno status inattaccabile...Probabilmente i veri, unici eredi dei Faith No More (seppur con coordinate stilistiche diverse). Un'istituzione del crossover\alternative (e non solo), altro che "nu-metal" & cazzate varie. Avrei dato 4 stelle piene, ma un 8 mi sembrava tanto e allora ho tirato il freno a mano: comunque considero il gufo da 7,5.

Annalitica alle 19:00 del 27 luglio 2010 ha scritto:

Ascoltato. Bello. Ma al secondo ascolto già annoia. Hanno espresso tutto quello che poteva dire troppi dischi fa.

ulanbator86 (ha votato 8 questo disco) alle 19:05 del 10 marzo 2012 ha scritto:

A me nessun disco loro è mai dispiaciuto...in questo episodio torna prepotente l'energia dei primi album ma anche il tocco new-wave romantic, che regalano gli episodi migliori ( rocket skate e sextape). Impressionanti dal vivo...un muro di suono devastante