Elio E Le Storie Tese
Studentessi
Recensire un disco di Elio E Le Storie Tese è sempre unimpresa titanica.
Mettiamo subito i puntini sulle i: non è del tutto vero, come dicevano preoccupate figure materne allinizio degli anni 90, che i cinque, autodefinitesi cretinetti della musica leggera, siano un fluire di turpiloqui, sconcezze, volgarità e corollari sessuali vari. Anche, magari, ma quello è solo il contorno. Non tutti sanno, forse, che Stefano Belisari, più conosciuto come il frontman Elio, sarebbe teoricamente un professore di flauto traverso diplomato con lode al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, mentre il bassista Nicola Fasani (Faso) e il batterista Christian Meyer sono riconosciuti ufficialmente come due fra i musicisti più virtuosi della nostra scena musicale da ventanni a questa parte. Senza dimenticare la guest star Luca Mangoni, coreografo e vera anima della band nei concerti live, architetto di fama nella vita reale.
Se laspetto testuale delle Storie Tese è stato, da sempre, sotto i riflettori, grazie alla sua capacità di plasmarsi da assurdo nonsense a triviale impalcatura a micidiale sarcasmo, quello musicale daltro canto ha sempre rivestito meno importanza di quanto in realtà avrebbe ampiamente meritato. Capaci di spaziare in ogni genere possibile, spesso con una facilità e una tecnica disarmanti, gli Elii basano la loro capacità compositiva sul basso freaky di Faso e sui tempi dispari delle percussioni, con stilemi prog rock che sconfinano fra le influenze più varie, dalla discomusic più becera allhard rock al cappa e spada, ricolmando il tutto con uninfinita serie di citazioni, più o meno colte, spesso impensabili o comunque difficili da riconoscere (chiedete qualcosa al chitarrista Cesareo). È questa la principale differenza, dunque, che concorre fra loro e altri gruppi di rock demenziale, come ad esempio i precursori Skiantos: musica sì illogica, ma con dietro un ponteggio preciso ed elaborato, a tal punto da renderli, agli occhi della critica, dei Frank Zappa italiani.
Dopo cinque anni di silenzio, con quel bel Cicciput del 2003 a fare da spartiacque al successo nazionale di Shpalman® (pezzo, in realtà, non particolarmente ispirato), arriva il nuovo Studentessi titolo, pare, suggerito da una frase di Cicciolina che, in questi tempi di crisi discografica, si affida ad un metodo differente da quello canonico per riuscire ad ottenere un risultato significativo sotto il piano delle vendite. Elio E Le Storie Tese, infatti, rompono ogni contatto con la precedente casa discografica (la Aspirine) per autoprodursi attraverso la propria Hukapan e distribuire il lavoro in edicola, oltre che nei negozi di musica, assieme alla Repubblica, a XL e allEspresso. Il prezzo è, ovviamente, più contenuto: circa sei euro in meno. Per ventidue tracce totali e quasi unora e venti minuti di durata complessiva non è assolutamente poco.
Diciamolo subito: se Cicciput vi era piaciuto, divorerete letteralmente Studentessi. Più tecnica, più varietà, più cabaret, ma anche un livello superiore, qualitativamente e quantitativamente, di analisi critica e satirica vi faranno ascoltare lopera centinaia e centinaia di volte, senza mai per questo stancarvene. Se, invece, siete i cosiddetti fan di vecchia data, ovvero quelli che seguono le peripezie del gruppo sin dallesordio Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu del 1989 o, addirittura, sin dalla loro formazione (quasi trentanni fa!), e siete dunque rimasti delusi dal loro nuovo corso, intrapreso dopo la tragica morte del sassofonista Paolo Panigada (Feiez), provate ugualmente a concedere un ascolto a questa nuova uscita. Potreste rimanere sinceramente, piacevolmente sorpresi.
Sotto un profilo meramente tecnico non cè assolutamente discussione: lalbum è semplicemente mostruoso. Varietà di stili e difficoltà di esecuzione sono le parole chiave di Studentessi ma, come al solito, il gap che può derivare dallo sforzo nelleseguire pezzi di tale caratura è assente. Prendete Plafone, ad esempio: splendida intro strumentale di due minuti abbondanti, che si rifà alle prime esecuzioni della Premiata Forneria Marconi, ed intervento vocale di Antonella Ruggiero che gorgheggia ad altezze cromatiche letteralmente allucinanti. Canzone che da sola varrebbe tutto il disco.
Per fortuna, è in ottima compagnia.
Partendo pure dal ragga sincopato del gettonatissimo singolo Parco Sempione, si può già notare, a livello testuale, una crescita critica esponenziale. Le (dis)avventure di Elio, arrivato nel parco per rilassarsi e trovatosi invece alle prede con un suonatore di bonghi quantomeno molesto ed incapace, confluiscono poi nel violento epiteto inferto al Presidente della Lombardia Roberto Formigoni e alla sua giunta (questi grandissimi figli di troia), rei di aver raso al suolo il Bosco di Gioia, nonostante lopposizione di sedicimila persone, proprio mentre queste erano in vacanza per il ponte. Da vedere assolutamente anche il video, che vede la presenza di personaggi come Maccio Capatonda e Rupert Sciamenna.
Andando oltre, grande rilevanza hanno Il Congresso Delle Parti Molli, calembour fra prog e power pop, dalle propaggini strumentali notevoli, che vede gli organi del corpo impegnati in una riunione per decidere il nuovo capo, identificato poi nella figura del buco del membro (riguardo al quale, però, Elio esprime le proprie perplessità: Produce la gente / ma è privo di mente / incarna le peculiarità tipiche del testa di cazzo): Heavy Samba, grande calderone di ritmi latini e improvvise accelerazioni hard rock, che vede la partecipazione di Irene Grandi; Gargaroz, già utilizzata, con un testo diverso, come jingle per la pubblicità di un amaro, bella prova di rock cabarettistico; La Lega DellAmore, conosciuta già da tempo nei tour in coppia con Claudio Bisio, che cita fra gli altri Mina e Adriano Celentano, oltre che la stessa Cicciolina nel titolo (a voi scoprire gli altri!).
Meritano una menzione a parte la bella Ignudi Fra I Nudisti, assieme a Giorgia, che musica la tipica indecisione in una coppia sul luogo prescelto per le vacanze estive, il rockabilly caricaturale e sciaradico di Indiani (A Caval Donando), che tratta dei difficili rapporti fra conquistatori americani e tribù pellerossa, ma soprattutto Suicidio A Sorpresa, tentativo di suite fra death metal (!) e sinfonie orchestrali in cinque tappe, probabilmente il miglior episodio del disco. In particolare, lAndante Con Moto, vera e propria traccia death che ci spiega come, ascoltando al contrario le canzoni del genere, si formino messaggi subliminali del tipo mettiti il golfino, sei insopportabile, chiamami quando arrivi, altrimenti sto in pensiero, mi manchi oppure sei dolce come il miele. Esilarante, irriverente, originale, nonsense.
Sia chiaro: non è tutto bello. Pezzi come La Risposta DellArchitetto, rap stantio affidato al solo Mangoni, oppure la vecchia Single in coppia con Feiez, sono i classici filler che spezzano il ritmo e deludono le aspettative dellascoltatore.
In ogni caso, gran disco, che conferma come lItalia, in questi primi mesi del 2008, sia musicalmente partita alla grande. E lunga vita a Elio E Le Storie Tese, veri e propri alfieri del Bel Paese! Con buona pace di tutti i pessimi emuli sorti lungo la loro strada artistica e scioltisi in un bicchiere dacqua dopo poco.
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