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R Recensione

8/10

Alessio Lega

Nella corte dell’Arbat

Questo lavoro è la bellissima conclusione di una storia iniziata molti anni fa, la storia di un innamoramento giovanile e un cammino durato anni verso una meta a cui forse Alessio Lega era predestinato. Una storia iniziata quando, ancora ragazzo, vide tra i dischi della vicina di casa più grande di lui, quel disco strano con i titoli scritti in una lingua sconosciuta. Forse all’epoca il giovane Alessio non sospettava neanche che da grande sarebbe diventato lui stesso un cantautore, ma iniziò allora ad inseguire le orme di alcuni grandi nomi della canzone d’autore, tra i quali spicca la figura di Bulat Okudžava. Quando troverà più tardi un disco del cantautore russo pubblicato in Francia, attraverso le traduzioni in francese comprenderà il significato di quelle poesie cantate, e capirà il perché del fascino che ebbero su di lui. Con quelle prime traduzioni italiane passate attraverso il francese, Lega inizia un viaggio in quel mondo poetico, che lo porterà a suonare nella casa museo di Peredelkino, e ad incontrare la slavista Giulia De Florio. Con la collaborazione di quest’ultima si arriva all’esito di questa lunga storia, il disco “Nella corte dell’Arbat”, la prima raccolta in italiano delle canzoni di Bulat Okudžava.     

Un disco che ha una doppia importanza: non si tratta infatti solamente di un’operazione musicale e discografica, ma anche di un’operazione culturale dal grande valore: diffondere in Italia una cultura da noi poco conosciuta, ma tra le più importanti del continente. Per Bulat Okudžava, considerato il padre della canzone d’autore russa, si parla di poesia in senso pieno perché la storia dei cantautori russi del secolo scorso nasce proprio dalla poesia, tanto da essere definita “poesia canzone”. Per chi, come la maggioranza degli italiani, non conosce queste canzoni, l’ascolto di queste traduzioni non può lasciare indifferenti. Si tratta di melodie solo apparentemente semplici, che accompagnano testi profondi e intensi che, come ben detto dallo slavista Gian Piero Piretto, Alessio Lega è riuscito a tradurre in italiano restituendoci “non soltanto il senso delle poesie canzoni di Bulat Okudžava ma, soprattutto, lo spirito che le ha caratterizzate nel tempo”.

Dalla bellissima ballata per voce e fisarmonica posta in apertura del disco “Lënka Korolëv” alla lenta e intensa “L'ultimo bus”, cantata da un Lega ispirato con la chitarra che arpeggia in sottofondo, dalla ironica e pungente “Peccato però” a “Su fondo Puškin”, altra splendida poesia, accompagnata da fisarmonica e mandolino. Con arrangiamenti minimali e prevalentemente acustici, coadiuvato da un trio di musicisti ormai affiatati (Guido Baldoni fisarmonica, piano, armonium, Rocco Rosignoli chitarra, violino, mandolino, Rocco Marchi piano, organo, armonium, basso) Alessio Lega è entrato quasi in punta di piedi nel mondo musicale e poetico del cantautore russo, facendoci conoscere veri e propri gioielli poetici, come “Il giovane ussaro”, una struggente poesia sulla guerra, toccante nel suo descriverne il dramma e l’orrore, o “Breve è una canzone”, dove, con due frasi, l’autore descrive la magia e la potenza di una canzone: “ha parole fatte per trafiggere, ma ha una melodia che è quasi nobile”. Il disco si chiude con “Perestrojka”, le cui ultime frasi sono quasi emblematiche del mondo poetico di Bulat Okudžava e della vita travagliata vissuta tra guerre, terrore staliniano e stagnazione: “Ho aperto le ali per il cielo degli umani / Della speranza ho fatto il mio domani”. Alessio Lega con questo lavoro si conferma uno dei più profondi conoscitori della canzone d’autore europea, dotato di grandi capacità e raffinatezza nell’arte del tradurre ed adattare canzoni nella nostra lingua, e anche ottimo interprete.

Per chi volesse approfondire, oltre al libretto allegato a questo splendido cd è uscito in contemporanea, sempre per Squi[libri], un volume di Giulia De Florio, Bulat Okudžava. Vita e destino di un poeta con la chitarra, con allegato a sua volta un CD con la registrazione integrale di due concerti del cantautore russo. 

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